Premier roman psychologique italien, Fidélité (1840) parut la même année que l'édition définitive du principam roman du XIXe siècle en Italie,
Les Fiancés, d'Alessandro Manzoni, qui depuis sa première publication en 1827 s'imposait comme le seul modèle romanesque.
Pour le public français, la lecture de Fidélité offre l'occasion de découvrir
le regard, souvent impitoyable, d'un écrivain italien sur la France de la
monarchie de Juillet, car l'essentiel de l'action se déroule à Paris, Marseille,
Lyon, mais aussi Nantes, Quimper et Bastia. Des moeurs à l'architecture, de la
gastronomie à la vie politique, des paysages au "génie de la nation", la France
toute entière est passée au crible du jugement féroce de Tommaseo.
Par-delà
cet intérêt historique, le lecteur trouvera dans Fidélité un récit qui
explore des solutions narratives et une histoire d'amour poignante où la
sensualité et la passion finissent par innerver toute l'écriture. "Moitié jeudi
gras, moitié Vendredi saint", disait Manzoni de ce roman...
Scritto durante il suo esilio in Corsica (1838-1839), "Fede e bellezza" è probabilmente l'opera più emblematica della complessa personalità di Niccolò Tommaseo. Sospeso fra istanze moralistiche - riflesso della sua identità cattolica - e un'accesa sensualità, il risultato è un romanzo estremamente toccante, considerato degno anticipatore delle atmosfere decadentiste e fra i primissimi esempi italiani di romanzo psicologico. Due giovani italiani, Giovanni e Maria, si conoscono nella cittadina bretone di Quimper e si innamorano. L'intero romanzo rappresenta la descrizione del loro rapporto, basato su continue confidenze, espresse attraverso un interessante commistione di generi diversi: si va, infatti, dal diario al racconto epistolare, da intermezzi quasi saggistici fino a veri e propri exploit a sfondo storico. Un classico senza tempo della letteratura italiana, quindi, da leggere e assimilare dedicandogli il tempo che merita.
Niccolò Tommaseo (1802-1874) nasce a Sebenico, nell'attuale Croazia. Dopo aver studiato al seminario di Spalato, nel 1817 si iscrive alla facoltà di legge dell'Università di Padova. Ben presto, grazie anche alla profonda amicizia di Antonio Rosmini Serbati, inizia a privilegiare i propri interessi letterari, lavorando come giornalista a Milano. Nel 1827 si trasferisce a Firenze, divenendo uno dei principali animatori del Gabinetto Vieusseux. Negli anni '30 vive fra Parigi e la Corsica a causa di problemi con la polizia asburgica. Stabilitosi a Venezia, è quindi arrestato e successivamente esiliato a Corfù (1849). Dopo una parentesi torinese, nel 1859 si sposta definitivamente a Firenze. Considerato fra i più importanti patrioti e letterati cattolici dell'epoca, al momento dell'Unità d'Italia rifiuta la supremazia del regno sabaudo. È noto soprattutto per il "Dizionario della lingua italiana" e per il "Dizionario dei sinonimi", oltre che per aver curato innumerevoli raccolte di poesia popolare.